Una serata che ci farà conoscere piu da vicino i curdi, un “popolo senza Stato”, uno dei gruppi etnici più perseguitati che vanta una storia millenaria. Ugur Bilkay, curdo e obiettore di coscienza in Turchia, e Valeria Papotto, studiosa di curdi e di Turchia, ci introdurranno alla ricca cultura di questo popolo. Il Kurdistan, culla della civilta, situato nella lunga striscia al confine tra Turchia, Iran, Iraq e Siria, e una nazione spartita territorialmente tra questi Paesi. Tuttavia il suo popolo, culturalmente e linguisticamente molto variegato, vive e lotta ancora per la sua stessa esistenza e guarda al futuro mantenendo salde le radici con le proprie tradizioni.
All’inizio della serata potremo assaggiare:
– Kisir ( insalata di bulgur con pomodori, cipolla, insalata verde e prezzemolo )
– Sarma ( involtini di riso con carne macinata in foglia di vite )
– Dolce: – Sekerpare (dolcetti alle mandorle e sciroppo)
– alla non discriminazione
– all’universalità
– alla tolleranza e alla convergenza tra “diversità”Le persone che legittimamente amano il proprio popolo e la propria cultura devono poter comprendere che in se stessa e nelle proprie radici è esistito o esiste un “momento umanista” che la rende universale per definizione e simile alla cultura che ha di fronte.Quando ci riferiamo all’atteggiamento umanista, ci riferiamo ai seguenti sei punti:
-L’ubicazione dell’essere umano come valore e preoccupazione centrale
-L’affermazione dell’uguaglianza di tutti gli esseri umani
-Il riconoscimento della diversità personale e culturale
-La tendenza allo sviluppo della conoscenza al di sopra di ciò che è accettato o imposto come verità assoluta
-L’affermazione della libertà d’idee e credenze
-Il ripudio della violenza.
L’obbiettivo è quello di contrastare l’immagine negativa che viene diffusa, molte volte ingiustamente, di molti popoli stranieri, facendo capire invece che ogni popolo ha contribuito in qualche modo a far avanzare l’essere umano.